lunedì 19 aprile 2021

 Campionato di giornalismo - Parte 2



Giovedì 15 Aprile sulla Nazione, edizione della Toscana, è stato pubblicato il nostro secondo articolo per il Campionato di Giornalismo promosso nella nostra scuola, come da molti anni, dalla Dirigente Alessandra Mucci. Noi ragazzi della IIA e la Prof.ssa Rosa Vetta vi invitiamo a leggere gli articoli nella loro versione integrale perchè, purtroppo, per esigenze redazionali, nella versione cartacea hanno dovuto subire profondi tagli. L'intervista è stata rilasciata in forma orale e viene riproposta senza essere editata per lo scritto, si apprezzerà la spontaneità della discussione.

Intervista ad Alberto Marioni

1. Quando ha capito che avrebbe potuto lavorare nei social? 

Prima di tutto mi presento: sono Alberto Marioni, ho trent'anni, sono nato a Bibbiena ma ho sempre vissuto a Stia fino al 2017 quando, dopo la laurea in economia, mi sono trasferito a Firenze dove tutt’ora vivo pur con il sogno di tornare in Casentino. Ho iniziato ad utilizzare i social, soprattutto Facebook, 2008 però il mio seguito è iniziato nel 2013, quando ho creato la pagina su Noi, era una pagina ironica, dove utilizzavo uno stile tutto mio: alternavo le parole in maiuscolo a parole in minuscolo, parlavo di argomenti spesso ironici, quasi demenziali, e all'improvviso poi trattavo questioni serie, quindi era questo il segreto del mio utilizzo: iniziare spesso da argomenti all'apparenza stupidi per poi entrare in merito a questioni anche delicate. Da lì in poi la pagina è durata un anno, ho anche venduto delle magliette, più di cento in casentino, dopo averla chiusa ho deciso di scrivere sul mio profilo e poi da lì, piano piano, ho avuto più visibilità e le cose sono andate a crescere. 


Innanzitutto voglio chiarire un aspetto io non lavoro sui social e non è mai diventato un mio lavoro, perché appunto lavoro alle Poste a Firenze, prima ho fatto altri lavori sempre qui, attinenti agli studi che ho fatto, non so neanche se lavorerò mai attraverso i social anche se io non lo escludo a priori. Nel 2013 ho capito che la mia visibilità sarebbe potuta aumentare quando appunto la pagina su Noi stava avendo dei buoni risultati, per essere il 2013, perché c’erano molti meno utenti allora su Facebook, che è il social che utilizzo principalmente, lì ho capito che sarebbe potuta essere la mia la mia strada ma sempre come un passatempo. Oggi grazie ai post su Facebook mi sono fatto un po’ notare, ho avuto la possibilità di iniziare il teatro nel 2015, quindi di portare i miei scritti sul palco. Nel 2019 Casentino Più mi ha chiamato a scrivere con una mia sezione che si chiama By Marioni. Ultima gioia è stata quella di iniziare anche la radio, su Radio Italia 5, dove ho avuto due programmi miei, insieme a Gianni Verdi, che sono Il Calendario dell'Avvento del Marioni, per Natale e Sasso Spicco il Rock'n'Roll che è durato due mesi sulla musica e abbiamo parlato del fatto che certe canzoni sono nate in Casentino, grandi classici inglesi e americani, ed è stato un bel progetto. 


2. Secondo lei quali sono le caratteristiche che consentono di emergere in questo settore?


Le caratteristiche necessarie per emergere nel settore dei social secondo me sono: prima di tutto scrivere in modo corretto, perché, per come utilizzo io Facebook, se facessi errori grammaticali o non scrivessi bene, sarei rovinato; secondo aspetto, forse ancor più importante del primo è l’originalità nel modo di porsi, sia a livello di forma che di sostanza. Tanta gente scrive, tanta gente pubblica, finire nel buglione dell'omologazione è semplice, nel senso che comunque devi trovare delle soluzioni per essere ricordato e distinto dagli altri e lo stile e gli argomenti sono essenziali. Terza componente che secondo me è assolutamente fondamentale è la capacità di avere e di trovare tanti argomenti: scrivo almeno un post tutti i giorni dal 2014, questo vuol dire che ho sia degli argomenti miei, per esempio il Casentino e certi particolari del Casentino, l'attualità politica, anche lo sport, però li devo trovare via via, quindi è importante riuscire ad essere sempre sul pezzo ed avere qualcosa da raccontare, cercando allo stesso tempo di non essere troppo ripetitivi.

Un'altra caratteristica fondamentale è di carattere: esporsi comporta, in ogni caso, delle conseguenze nella propria vita, più o meno gravi, più o meno importanti, quindi bisogna essere comunque disposti a sapere che ci saranno delle opinioni che potranno essere differenti e questo vale sia per gli sconosciuti ma anche per le persone care. Quindi un’esposizione comporta sempre dei giudizi e dei cambiamenti di vedute sulla persona. Bisogna avere, diciamo, lo stomaco per saper gestire questo aspetto. 

 

3. Cosa apprezzano i suoi followers di lei?

  

Questo dovrebbero dirlo loro però, confrontandomi con amici o altre persone in merito al mio pubblicare spesso sui social, so che un aspetto che è molto apprezzato è l'ironia nel trattare numerosi argomenti anche argomenti difficili, dove magari si ha paura ad esprimersi e argomenti di vita anche personale e di attualità, quindi, comunque sia, do un'interpretazione ironica, spesso anche pungente che viene gradita. Poi un altro aspetto che è stato spesso apprezzato è l’alternanza di serietà e leggerezza. Cerco di alternare questioni parecchio serie, parecchio delicate, utilizzando un linguaggio a volte proprio leggero e scherzoso perché in questo modo, secondo me, è anche più facile e meno invasivo andare a cogliere diritto sul punto; difficile da spiegare questo, però so che questa doppia componente antitetica è sempre presente e piace. Altro aspetto fondamentale: l’amore per il Casentino perché ha portato visibilità alla vallata quindi mi è stato detto grazie tante volte per avere messo in luce tante peculiarità territoriali ma anche proprio abitudini, attitudini delle persone, quindi tradizioni, cultura del luogo, anche fotografia a volte; aver parlato tanto del Casentino con amore, passione, attaccamento alla terra. 

 

4. Quanto impegno richiede la sua esposizione mediatica?

 

A livello di tempo molto meno di quanto si possa credere perché ci sono dei giorni in cui mediamente scrivo due tre post al giorno. Ci sono dei giorni in cui magari il post ce l'ho pronto dal giorno prima oppure c'è un fatto, un episodio che mi porta a non dover neanche pensare quello che scriverò e davvero in un quarto d'ora ho la giornata fatta, non ho bisogno di andare a cercare chissà cosa, poi, siccome è variabile, anche le tempistiche sono variabili nel senso che se voglio scrivere un monologo, un racconto, chiaramente cinque minuti, dieci minuti non mi possono bastare. Mediamente per scrivere sui social in un'ora al giorno probabilmente ho fatto tutto. Il tempo che impiego nel leggere, rispondere ai commenti, può essere maggiore, però in generale io non mi perdo nei commenti, anche perché non mi piace discutere, non mi piace litigare, magari leggo, ascolto. A livello invece di impegno mentale lo sforzo ci deve essere perché è fondamentale non ripetersi mai. Va bene avere degli argomenti chiave che si trattano spesso ma comunque un minimo di cambiamento bisogna sempre cercare di mantenerlo perché le persone si annoiano, in questo mondo ci si annoia tutti, si sta sempre al telefono, se una conversazione è annoiante succede che tutti prendono il telefono ed iniziano a guardare WhatsApp o un video; è così, la gente non sa più stare cinque minuti con la testa nella stessa cosa, nella stessa attività, quindi bisogna cercare di sconfiggere la noia: per me scrivere sui social è anche uno strumento per tenermi vivo da questo punto di vista, naturalmente c'è ben altro che mi tiene più vivo di questo ma l’importante è essere sempre disposti a rinnovarsi. 

 

5. Quante occasioni lavorative possono derivare dalla sua notorietà?

  

Vorrei fare una distinzione, secondo me una persona che scrive nei social e che mostra delle doti comunicative ha un potenziale spendibile in numerosi lavori, spesso e volentieri se la persona ha una capacità di parlare al pubblico esattamente nel modo con cui parla agli altri attraverso lo schermo, per esempio, sicuramente ha un margine da quel punto di vista. Ad esempio una persona che sa scrivere nei social perché non può scrivere articoli, perché non può essere un valido giornalista? Ad esempio uno che sa fare le foto nei social magari, se fa dei corsi, diventa un buon fotografo, uno che sa montare video può diventare uno youtuber o può avere carriera in quel settore. Quindi di opportunità ce ne sono tante, potrei dire quasi infinite, perché comunque il lavoro c’è o lo si può anche creare, il problema è che in Casentino, e questo mi duole dirlo, siamo indietro sotto tanti aspetti, anche lavorativi. Non a caso tanti giovani, io sono uno di questi, sono dovuti andare via perché non esistevano reali opportunità, magari attinenti  agli  studi svolti o che non comportassero un ridimensionamento, questo vale anche sui social. Il Casentino è una vallata bellissima, una delle più belle d'Italia, eppure manca ancora oggi una pubblicizzazione adeguata del territorio, io questo l’ho scritto anche nella mia tesi sul Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Pensiamo quanto può essere importante l'uso dei social per pubblicizzare un luogo come il Casentino, i suoi comuni, le sue bellezze, eppure ancora oggi viene usato poco e, secondo me, se mi posso permettere, senza l'adeguata percezione di quanto davvero può far svoltare il luogo. Oggi i giovani sono nativi digitali, sono cresciuti con i social, li sanno usare, eppure in Casentino è ancora complicato tradurre queste capacità in ambiti concreti.

 

6. Quali aspetti positivi trova nell’utilizzo dei social?

 

Il principale aspetto positivo per me è stata la possibilità di far leggere quello che scrivo e di rendermi conto anche del fatto che se scrivo qualcosa qualcuno lo legge, qualcuno lo apprezza, qualcuno lo condivide, qualcuno se lo ricorda, cosa anche non scontata sui social, perché spesso e volentieri, dopo un giorno, la gente rimuove, se il contenuto è banale, e chiaramente spesso è capitato anche a me.

Umberto Eco, che è scomparso ormai cinque anni fa, disse che i social hanno dato la parola a legioni di imbecilli che se avessero detto le loro fandonie al bar sarebbero stati messi a tacere. E’ vero, però allo stesso tempo i social hanno dato anche un’occasione a chi magari aveva delle capacità ma veniva sempre messo in secondo piano da chi era più sfacciato, più raccomandato, più furbo. Ecco, i social, almeno in partenza, non danno vantaggi a nessuno, chi si sa far ascoltare viene ascoltato, è meritocratico da questo punto di vista, molto più meritocratico dell’ambito lavorativo, della stessa scuola, a volte, quindi questo è un aspetto veramente bellissimo. I social, così come internet in senso lato, danno anche una possibilità molto eterogenea alle persone di esprimersi, c’è chi utilizza la penna, o meglio la tastiera, c’è chi utilizza la macchina fotografica, chi le dirette, chi i video, video brevi o video lunghi, ci sono tante, tantissime sfaccettature, ognuno può andare a cercarsi la sua e raccontare la sua storia. 

  

7. Quali aspetti negativi ha riscontrato? 

Sicuramente i social oggi vengono equiparati, nel pensiero comune, a veri e propri strumenti di informazione, quindi, per esempio, riviste scientifiche, giornali, giornali quotati, televisione, in realtà i social non sono il modo ideale per accrescere le proprie conoscenze, parlo soprattutto di Facebook, visto che lo conosco meglio, dove tutti sono politici, tutti sono allenatori, tutti sono virologi, da un anno a questa parte, tutti sono cuochi, tutti esperti di qualsiasi argomento e spesso e volentieri, questo si chiama l’effetto Dunning-Kruger, chi sa di meno ha una percezione distorta e crede di conoscere di più. Quindi, da questo punto di vista, selezionare l'informazione attendibile rispetto ai ciarlatani è difficile, molto difficile. Poi purtroppo i social sono anche un luogo di discriminazione, di bullismo, di odio, quindi ci sono delle derive molto pericolose, sia di carattere politico ma proprio anche di quotidianità, ci sono tanti episodi di bullismo nei social, quindi non è uno scherzo assolutamente e poi diciamo che il mondo virtuale è un po’ la droga del nuovo del nuovo millennio, è una forma di dipendenza che a volte è parecchio pericolosa.

 

8. Cosa pensa del fenomeno Tik Tok? Consigli per i giovani?

Tik Tok non lo utilizzo, mi sono cancellato dopo due giorni dall’istallazione. Non mi piace proprio la modalità, video spesso e volentieri di imitazioni di conversazioni dei film, di canzoni, cose fatte da altri, non mi piace, io le cose le voglio fare mie e non degli altri, non faccio cover, quindi non mi esalta questa tipologia, poi vedo che è utilizzato molto dai bambini. Dal mio punto di vista dare i social ai bambini è veramente pericolosissimo. Io parlo da persona che quando ha installato Facebook è stato uno dei primi qui in Casentino e avevo già diciassette anni, quasi diciotto, era dicembre del 2018, me lo ricordo benissimo, se fosse uscito quando avevo quattordici anni l’avrei installato ugualmente perché iniziava ad andar di moda e tutti ne parlavano. Il fatto però è che un bambino non è in grado di badare a se stesso a sufficienza per tutelarsi da determinati fenomeni, non ha una percezione adeguata della realtà, questione di tempo ma non ce l’hanno manco gli adulti, però un bambino ha chiaramente meno elementi per difendersi. Ricordo che tempo fa è morta una bambina per aver partecipato a un gioco, ecco probabilmente ci saranno altri episodi come questo. E’ importante che i genitori sappiano controllare un po’ questo atteggiamento dei bambini perché una volta i genitori avevano paura quando i bambini uscivano da soli, che magari qualcuno li picchiasse o andassero sotto una macchina, ora invece è diverso, è sempre importante tutelarli nella vita reale ma quella virtuale conta altrettanto, dal mio punto di vista, quindi importante è che vedano che cosa scrivono, chi gli scrive e a cosa partecipano perché veramente sono già avvenute delle tragedie e per evitare che succeda in futuro ci vuole tanta attenzione ed educazione. I genitori cerchino quindi di comunicare ai bambini che non hanno niente da dimostrare.

Il mio consiglio ai giovani è quello di non eccedere (fra i social io ci metto anche WhatsApp che è ancora più pericoloso, secondo me, perché ci sono tanti contenuti di cyberbullismo e pornografia proprio dilaganti) e non lasciarsi trasportare perché purtroppo, come dicevo, i social creano dipendenza, come i videogiochi, come lo sport… Esistono dipendenze molto peggiori rispetto a quelle dei social, assolutamente, però comunque è un mondo che nasconde tante insidie e purtroppo esistono le storie di quelli che e che,, per esempio, si arrampicano sulle impalcature e poi cascano di sotto perché volevano prendere tanti like, non ne vale la pena, la vita non è questa, E’ vero che le bravate esistono ed esisteranno sempre, io non posso dire di non capire adesso chi le fa, perché l'ho fatte anch'io e le faccio tutt'ora a trent’anni, però davvero la vita ha un valore e nel momento in cui il virtuale supera il reale si può veramente rischiare di distorcere il quadro vero della situazione e di farsi del male.

 

9. Ha degli haters? 

Questione dedicata: ci sono delle persone che non mi sopportano sui socia e nella vita, ovviamente. Sui social gli haters esisteranno sempre perché se ti esponi, soprattutto su determinati argomenti, come faccio io, politica, calcio, politica locale e Casentino, questioni di attualità è impossibile non trovare qualcuno che sia in disaccordo e purtroppo i social alimentano la parte più brutale, anche più ignorante, più violenta, che c'è nelle persone e quindi questo comporta degli scontri. Mi è capitato di ricevere offese, mi è capitato di ricevere anche minacce e di ricevere una bella dose di cattiveria, cyberbullismo no perché sono grande per queste cose. Potrei fare esempi, mi è stato dato del rompipalle, perché punto il dito, accuso, giudico, poi non è vero, però purtroppo la comprensione del testo oggi è un optional per tante persone. Mi è stato detto, bruttissima cosa, di utilizzare i morti per ottenere visibilità, cioè frasi veramente crudeli, bisogna accettarle. Voglio dire una cosa su questo perché è un episodio proprio fresco fresco di questi giorni: un ragazzo che si chiama Paolo Palumbo che ha la sclerosi multipla ed è un ragazzo in gambissima proprio, perché scrive canzoni, ha un sacco di interessi, è stato offeso fortemente, addirittura gli è arrivato un messaggio dove c'era scritto “tu non puoi vivere in queste condizioni, uno ridotto come te non deve vivere”. Ci sono stato molto male perchè una parte di questa cattiveria è arrivata anche a me ma a questi livelli, secondo me, non esiste, perché se io offendo un giocatore della Juve perché sono interista o se critico un politico perché ho altre idee, e sono schierato anche da quel punto di vista lì, ci può stare che magari qualcuno si indigni e mi offenda parecchio; lo posso accettare, mi da noia ma lo posso accettare, ma offendere un ragazzo così in gamba e così voglioso di vivere nonostante quello che gli è accaduto è inaccettabile, è irricevibile proprio, eppure è successo. Lui ha detto che s è preso dei giorni di pausa e non sa se lasciare i social, io però a questo ragazzo gli vorrei dire questo (io non lo conoscevo, ho iniziato a seguirlo su Instagram, ho detto agli amici di seguito e lo seguono anche loro, ho ascoltato una sua canzone, mi è piaciuta e ora dico a tutti che questa canzone è uno spettacolo) quindi, per un hater che esiste, esistono altri cento estimatori, magari con un po’ di intelligenza e di sensibilità in più che possono incoraggiare e dar fiducia a questa persona, quindi non è il caso di lasciarsi sopraffare. 

 

10. Secondo lei come si potrebbe reagire in caso di insulti via social?

Ognuno ha la sua sensibilità ma posso dare un consiglio: non arrendersi di fronte alle critiche. Purtroppo mi è successo che anche i rapporti con alcuni amici siano stati minati dal mio scrivere certe cose, non sono state capite. In Casentino, purtroppo, chi si azzarda a promuovere un’idea o un'attività minimamente creativa viene massacrato, viene deriso e offeso, perché questo? Perchè questo sbaglia? Perché questo è scemo? Perché questo è e scalzo? Tutto il contrario, e questo lo dico ragazzi perché ci tengo a questa cosa, se un casentinese viene massacrato così è perché ha avuto il coraggio di distinguersi dalla massa, di provare a cambiare. Difficile parlare di questo. Oggi le persone hanno paura a prendere una posizione, a sposare un’idea, perché il timore del giudizio, il timore di ritrovarsi soli è enorme. Poi alla fine chi ha il coraggio di chiedere, raccoglie quello che semina, poi veramente prova la gioia più grande, di essersi costruito una sua strada, non tutti son capaci di costruirsi una propria strada.

Chi non ce la fa e vive nell’invidia e nell’offesa degli altri è un mediocre. Lui ristagna nel suo non essere mentre gli altri viaggiano per strade scoscese, lui sta lì fermo e insulta aspettando che gli altri trovino un sasso e inciampino. Il problema è che, quando le persone hanno capacità, hanno grinta, hanno forza, da queste strade, dalle loro cadute si sanno rialzare e poi partono più forte di prima. Questo voglio dire ai giovani: chi vi critica è mediocre, non vale la pena di lasciarsi sopraffare da queste persone, assolutamente, mai, perché la rinuncia è una sconfitta, sempre!

Purtroppo esistono i ragazzi più rinunciatari, non è una critica, che di fronte alle prime critiche si arrendono; ecco quello è il momento in cui non bisogna arrendersi, perché piano piano, quando arrivano le prime vittorie, addirittura, qualcuno di quelli che criticava e che demoliva pregherà per farsi aiutare, per farsi dare consigli e lì sarà una gioia immensa veramente. Ragazzi massacrateli questi mediocri, non siamo sempre politicamente corretti, fategli vedere che siete forti e che avete coraggio. Grazie ragazzi, sapete che sono qui a disposizione.


Il diritto all'informazione.   Per l'Art. 21 della Costituzione tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le manifestazioni contrarie al buon costume. Informare è una grande responsabilità e richiede verità e precisione. Negli ultimi anni le tecnologie hanno fatto passi da gigante nella telecomunicazione. Negli anni '70 non c'era il computer, nelle case esisteva un solo telefono fisso e per comunicare si scrivevano lettere e cartoline. I costi delle telefonate erano piuttosto elevati e non era nemmeno immaginabile vedersi a distanza. Oggi la comunicazione è economica e veloce. Il 78% degli italiani utilizza il web e il 72% i social network. E' una grande opportunità questa ma talvolta le notizie non sono reali e creano disagio in tempi brevissimi. Le fake news non sempre sono facili da individuare. I social network che utilizziamo (YouTube, WhatsApp, Facebook, Instagram etc), sono utilissimi ma riproducono una minima parte della realtà; aiutano a conoscere il mondo ma non regalano le emozioni del “LIVE”. Il rumore del mare, la vista di un paesaggio, il profumo della terra non potranno mai essere rappresentati dal virtuale.       Il pericolo della rete.   L'utilizzo dei socialnetwork può comportare molte difficoltà e necessita di attenzione. Alcune persone seminano odio virtuale creando sofferenza reale (haters) e incitano all'odio e alla violenza. I social network possono offendere e mortificare, violare la privacy e attaccare sul piano personale (cyberbullismo). Bisogna stare attenti a non rimanere imprigionati in una realtà virtuale fatta di immagini che rischiano di allontanarci dalla realtà. Le nostre esperienze sono nella vita e nell'ambiente che ci circonda e i rapporti umani e la condivisione scaldano il cuore più di qualsiasi social. L'uso di internet e dello smartphone può far diminuire la memoria e le capacità linguistiche. La scrittura diventa sempre più veloce e tiene poco conto della grammatica. Un uso eccessivo di questo tipo di comunicazione riduce la capacità di espressione e di ragionamento. Quando non ricordiamo una cosa utilizziamo subito una app (ne esistono moltissime) e tutto questo rende più pigra la mente. Il corpo e la mente vanno allenati per essere in forma. Utilizziamo al meglio questi strumenti ma dedichiamo il tempo libero alle attività che hanno il profumo della primavera e colorano la nostra vita.



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